Share
Mobilità
mag 2024
Transizione ecologica nella gestione della flotta
Tempo di lettura: 5 min

written by

Stefano Panzeri

Giornalista freelance / Ambiente / Mobilità Sostenibile / Sociale

Giornalista dal 1994, è specializzato in temi ambientali con particolare riferimento alla mobilità sostenibile. Scrive per diverse testate di nazionali, ghostwriter per video e podcast. Autore del libro “La Bicicletta Elettrica” per la collana "La Bicicletta" di RCS

Fleet manager, auto elettrica e transizione ecologica. Un’unione destinata a intensificarsi per rispettare le norme comunitarie a riduzione delle emissioni trasporti, responsabili del 25% del rilascio totale di gas serra nella Ue. Il piano prevede la vendita delle sole auto a emissioni zero, quindi elettriche e a idrogeno, dal 2035 con possibili concessioni alle auto termiche alimentate con carburanti sintetici (eFuel) o biocarburanti. Una transizione non semplice per la quale è consigliabile prepararsi in anticipo.

 

Una sfida nella quale l’Italia è in ritardo, come confermano i dati di Dataforce. Nel 2022 nel Bel Paese le elettriche rappresentavano il 4,6% del parco auto delle flotte con un trend positivo dal 2020 di +28%. Un valore superiore a quello della Spagna (3,9%, ma con crescita 2020-2022 del 48%), ma inferiore rispetto agli altri grandi mercati continentali. In Francia la percentuale arriva all’8,9% (+76% nel triennio), in Germania al 16,6% (+182%) e nel Regno Unito al 24,8% (+160%).

La flotta aziendale dotata di auto elettrica in Italia 

A illustrare la realtà delle flotte elettriche in Italia sono alcuni studi. Aiaga (Associazione italiana acquirenti e gestori auto aziendali) e GD Advisory hanno interpellato 622 società, delle quali il 52% ha auto plug-in e il 36% le elettriche. Il 55% ha installato colonnine nelle proprie sedi, il 22% ha fornito ai dipendenti card per il rifornimento pubblico e il 9% li ha dotati di wallbox domestiche.

 

Il 54% di aziende con flotte a batterie dichiara di avere riscontrato vantaggi in termini di riduzione di consumi, emissioni e costi di manutenzione, mentre per il 62% la scelta ha migliorato la reputazione aziendale verso fornitori e clienti. È aumentata pure la consapevolezza green e il senso di appartenenza dei dipendenti.

Le criticità invece sono il prezzo elevato delle vetture a batterie, l’offerta ristretta di modelli (46%) e i problemi legati alla ricarica e alla scarsa infrastruttura (56%).

 

Più positivi i dati de “La Grande Corsa” realizzata da Fleet Magazine e Osservatorio Top Thousand e basata sulle interviste a 103 fleet manager (il 26% gestori di auto a batterie). L’81% ha dichiarato di aver ottenuto vantaggi nell’adozione ibride e full electric aiutando a migliorare la responsabilità sociale d’impresa (58%), a perseguire i valori aziendali (53%), a ottenere risparmi economici (29%) e ad agevolare la mobilità dei dipendenti (34%). Poco rilevanti la presenza di incentivi e tassazione agevolata.

 

In crescita l’adozione di app e di Card per le ricariche e le colonnine in azienda (da 4.159 a 7.654), principale modalità di rifornimento (57%). Il 61,2% prevede di inserire almeno un’auto elettrica entro un anno.

Dagli studi arrivano anche suggerimenti per una transizione efficace. I principali riguardano l’adozione di:

- un sistema di gestione della flotta

- app per la pianificazione dei viaggi

- GPS trakking

 

Secondo il report Trend della Tecnologia per Flotte in Europa condotto da Verizon Connect e ABI Research Media il GPS è utile per migliorare l’assistenza clienti (per il 69% degli intervistati), ottimizzare i percorsi (62%), ridurre i consumi (54%) e gli incidenti (46%). Altri plus sono il miglioramento della manutenzione (33%) e la riduzione delle emissioni di CO2 (46%).

La guida pratica di Motus-e

Un elenco esaustivo di buone pratiche da adottare è fornito da “Come si elettrifica una flotta aziendale: la guida pratica” di Motus-e. Un documento puntuale dei fattori da valutare, dalla scelta dell’auto in base a percorrenza, autonomia e altri parametri, alla modalità di acquisizione (acquisto, leasing o noleggio a lungo termine), fino alla formazione dei driver. Una guida efficiente, infatti, riduce i consumi prolungando l’autonomia e tagliando i costi di ricarica, mentre i feedback degli autisti aiutano a pianificare una manutenzione efficiente con il contributo dei sistemi di gestione delle flotte, considerati indispensabili.

Scopri le serie correlate

JOINON<br />
Wallbox di ricarica veicoli elettrici I-CON
Ricarica veicoli elettrici
JOINON
Wallbox di ricarica veicoli elettrici I-CON
Scopri
JOINON<br />
Stazioni di Ricarica veicoli elettrici I-ON
Ricarica veicoli elettrici
JOINON
Stazioni di Ricarica veicoli elettrici I-ON
Scopri
JOINON<br />
Stazioni di ricarica veicoli elettrici I-FAST
Ricarica veicoli elettrici
JOINON
Stazioni di ricarica veicoli elettrici I-FAST
Scopri

Il fleet manager e la ricarica per veicoli elettrici

Un ampio capitolo della guida è dedicato alla ricarica, tema complesso e determinante per una buona transizione. Le opzioni sono tre.

 

Aziendale: valutare la qualità dell’infrastruttura elettrica aziendale, il luogo e i costi per l’installazione delle colonnine, il numero di auto da ricaricare, la potenza delle colonnine e la frequenza e gli orari dei rifornimenti.

 

Il consiglio è di affidarsi a un software di gestione intelligente per evitare sovraccarichi e per programmare le ricariche in base alle esigenze dei dipendenti e alla disponibilità e al costo dell’energia. Da considerare l’installazione di pannelli fotovoltaici con sistemi di accumulo per rendere più efficiente il sistema e per risparmiare.

 

Domestica: prevede l’installazione di wallbox presso le abitazioni dei dipendenti dotati di box. Importante verificare la modalità per contabilizzare e monitorare i consumi: contatore intestato all’azienda, wallbox “connessa” con software aziendale, assegnazione a un gestore terzo).

 

Pubblica (47.228 punti a settembre 2023): accertare l’effettiva disponibilità di colonnine nei territori di operatività dei driver e confrontare le proposte degli operatori per selezionare il contratto più vantaggioso. Le tariffe sono a consumo (variabili a seconda di operatore, luogo e potenza di ricarica) o flat con abbonamenti con canoni mensili con quantità di energia prepagata. Si può scegliere se autorizzare o meno la ricarica presso le colonnine ultrafast, le più veloci, ma pure le più care.

 

Ai driver si devono fornire app e/o card Rfid per l’abilitazione e il pagamento della ricarica e quelle per la ricerca e la prenotazione delle colonnine e per la pianificazione dei viaggi. Il fleet manager deve dotarsi di uno strumento semplice per monitorare le ricariche dei singoli driver.

L’analisi dei costi dell’auto elettrica

L’indicatore da vagliare è il “costo totale di possesso e utilizzo” (TCO, Total Cost of Ownership) inclusivo di acquisto, manutenzione, spese di rifornimento, tasse e assicurazioni. Un calcolo non semplice per le elettriche per i molti fattori da considerare: variabilità dei costi di ricarica, presenza di agevolazioni, norme di deducibilità e detraibilità per auto elettriche, esenzione del bollo e potenziali risparmi di altra natura, come parcheggi e accessi gratuiti alle aree a pagamento. Da stimare ci sono i benefici non monetari, come l’accesso alle ZTL, e quelli per i dipendenti, in particolare in tema di fringe benefit. In genere, afferma la guida di Motus-e, le elettriche risultano più convenienti.

Trending Topics

Condividi

Scrivici

Hai bisogno di informazioni sui prodotti o servizi Gewiss?